Gouaches

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Una galleria di 15 gouaches rappresentanti eruzioni del Vesuvio realizzate nel XIX secolo arricchisce l'esposizione museale del Real Osservatorio Vesuviano.

Nel 1631 il Vesuvio fa la sua prima comparsa in pittura ed entra in scena da vero protagonista; infatti, la sua prima apparizione è in contemporanea all’eruzione violenta dello stesso anno e viene raffigurato come nemico terribile e terrificante.

Alle gouaches si deve il merito di aver sottratto dall’oblio e affidato alla memoria collettiva siti poi deturpati, monumenti e soprattutto episodi spettacolari offerti dalle eruzioni vesuviane.

Le quindici opere possedute riproducono su carta diverse eruzioni vesuviane a partire da quella del 1819 ad arrivare a quella del 1834, furono acquisite dall’Osservatorio Vesuviano a partire dal 1912 sotto forma di acquisti e donazioni.

Quattro di queste gouaches sono da riferire ad artisti noti, nello specifico, tre sono attribuite a Odoardo Fischetti e una a Luigi Gentile.

Fischetti nelle sue gouaches, come ben si può notare in quelle possedute dal Real Osservatorio Vesuviano, si distingue per l’attenta cura dei particolari, certamente non paragonabile alla raffinata analisi con cui sono state realizzate le vedute ad opera di P. Fabris per il volume Campi Phlegraei di Sir William Hamilton, ma comunque di livello molto apprezzabile.

Luigi Gentile, fu un altro dei grandi maestri napoletani che intuì che la tecnica del guazzo fosse la più adatta a rappresentare quell’impulso violento di fuochi e di nubi gigantesche che prima esplode e pare sovverta il cosmo e poi placandosi si inserisce nell’ordine circolare del golfo con le sue barche immote. Di gentile si possiede una sola opera che ritrae una veduta del Vesuvio dell’11 marzo 1820, è il caso però di ricordare che questa montagna fumante ha sempre dominato l’opera di quest’artista che quando rappresenta il Vesuvio è attratto dagli spettacolari giochi creati dalle ceneri e dalle fontane laviche .

Le restanti 11 opere sono di artisti ignoti ma non si sottraggono alle regole della pittura di veduta, ed essendo quindi attente riproduzioni di alcune eruzioni vesuviane , non rappresentano solo un attestato di bravura pittorica, ma sono anche un valido supporto allo studio di vulcanologi, che in esse trovano il riscontro visivo alle ricostruzioni della dinamica di eventi eruttivi e delle modifiche del paesaggio ad esse connesse.